mercoledì 4 febbraio 2015

Mito Tessile

Primo Bodypainting 2015 
Opera realizzata al Winter Body Art Festival European Championship a Verona 
Organizzato da Elni Face and Body
Categoria: Special Effect
Tema "Miti e Leggende"
Modella: Vitaliya Abramova
Assistente: Anastasia 
Colors by Superstar http://www.superstar.nl/ 


ph. Davide Da Damos













































La mia interpretazione

MITO TESSILE
di Censi Marilena

La ricerca è partita da qui, dall’idea di rappresentare il filo e la tessitura nella mitologia come metafore legate alla vita… poi come un vero filo da seguire e srotolare a ritroso nel tempo mi ha portato più in profondità da quello che il mito ci comunica in superficie, incontrando una serie di intrecci tra i miti di varie culture. Avrei potuto fermarmi qui, il necessario per l’interpretazione e la spiegazione da dare alla giuria. Ma sono stata totalmente catturata dal fascino di questo mito in cui i fili si facevano più fitti e intriganti man mano che procedeva la ricerca, anche se rivelavano connessioni chiare.
Ho tagliato i vari pezzi trovati su vari siti cercando di cucirli insieme (per rimanere in tema di metafora tessile). Molti elementi li conoscevo, alcuni superficialmente mentre altri sono stati una rivelazione con piacevoli sorprese. La maggiorparte dei testi sono copia-incollati, miei sono i collegamenti, alcune considerazioni, i commenti e le battute ^_^

Ma andiamo con ordine…

Il MITO è il tentativo di esprimere la realtà e la Creazione in forma di racconto, infatti deriva dal greco “mythos” e significa “racconto – narrazione – storia”, ma significa anche “filo- catena – ordito – trama”.
E il Filo/Mito rivela il suo compito di unire e connettere l’uomo alla Verità.
ORDITO (fili longitudinali tesi agli estremi del telaio) deriva da ordo : “Ordine” “Corretto” e in forma traslata “diritto- virile”
TRAMA (serie di fili orizzontali che passano sopra e sotto ogni ordito) deriva da trans-meo : “ciò che passa attraverso”  “andare oltre”.  
Già questi due termini legati alla tessitura evocano un’associazione tra maschile (ordito) e femminile (trama) che simboleggiano le forze che formano e sostanziano ogni esistenza.

Nel linguaggio comune usiamo metaforicamente il concetto del filo e della tessitura, ad esempio:
il filo del discorso/ perdere il filo/ pensieri aggrovigliati/ intrecciare un conversazione/ la trama di un racconto/ tessere una lode/ tessere una relazione/ordire un piano/ tramare alle spalle…
La tessitura e' stata una delle attivita' artigianali tra le piu' antiche che l'uomo ha compiuto per soddisfare la necessita' di ripararsi dalle intemperie. Ben presto l'arte del tessere e' diventata una metafora riferita alla vita degli uomini, perche' nell’immaginario collettivo degli antichi la trama del tessuto, l'intrecciarsi dei diversi fili, le infinite possibilita' di soluzione creativa che la tessitura dava, si identificavano con i percorsi della vita degli individui, dei popoli, dei destini individuali. Spesso la metafora sui fili e la tessitura e' stata allacciata al significato del destino dell’uomo. In tal senso la mitologia ci ha regalato le storie più suggestive. 
Si dice che la vita e' sospesa ad un filo, che dipendiamo dagli eventi. Ma il verbo di – pendere rimanda all’idea di pendere da un filo…

Ecco i miti in cui sono presenti il filo e la tessitura:
Troviamo principalmente la Triade tessile, formata da Arianna, Aracne e  Anankè, il filo, la tela, il legame; il fuso  tenuto sulle ginocchia da Anankè fatto girare dalle Parche, Cloto, Atropo e Lachesi, una bella simbologia per il filo della vita e della conoscenza. Ma anche la tela di Penelope nell’Odissea.

*Partiamo con il mito del “filo di Arianna” donato a Teseo per uscire dal labirinto dopo aver sconfitto il Minotauro.  
Ad una prima occhiata si interpreta la storia come la Volontà (Teseo) guidata dall’intuizione (Arianna) per eliminare il mostro (Minotauro)
 

Il significato fondamentale del mito e' di mettere ordine nelle cose, sottolineato anche dal labirinto: uscire dal caos per entrare nella struttura. 

Arianna o Ariadne è sempre stata rappresentata circondata di meandri, spirali e serpenti (elementi del Labirinto e simboli di creatività). Guida che conosce i misteriosi percorsi della vita. Arianna è corpo del labirinto il luogo dei suoi misteri, il grembo/caverna dell’inizio di tutte le cose e "signora" dello stesso conoscendone i misteri. È il viaggio di rinascita, l’uscita dal labirinto dopo la rigenerazione prodotta dal confronto con il centro sacro-il minotauro.

Ma qui cercando di comprendere meglio il mito si sono aperti un po’ di interrogativi, cosa è celato dietro questi simboli? Qualcosa è scattato quando, leggendo un documento, mi sono ricordata che la storia è scritta dai vincitori, ed è risaputo che le usanze e le credenze dei vinti venivano occultate e/o riadattate dai vincitori… (in questo caso letteralmente "vinci-tori" ahaha) cosa nasconde quindi il minotauro e cosa c’è realmente dietro questo mostro che doveva essere tenuto “nascosto”?

Prima di aprire la parentesi sull’archetipo del TORO, apriamo la parentesi sul LABIRINTO.

Originariamente, il Labirinto, non era ciò a cui oggi si pensa; con tale termine si denominavano le miniere di minerali o ferro, e più in generale, i cunicoli e le grotte sotterranee. Qui, sovente si officiavano riti sacri in onore delle antiche divinità ctonie, cioè espressione della più profonda energia della Terra. 
Il primitivo significato del labirinto (che aveva uno sviluppo verticale e non orizzontale) è di certo più aderente alla metafora delle profondità interiori. Il Labirinto per come lo conosciamo adesso, altro non è che la schematizzazione architettonica della selva in cui è facile perdersi, la “selva oscura” di dantesca memoria. Il labirinto diventa così un luogo di scoperta e di crescita. Invita al viaggio per trovare un centro. Penetrarlo accedervi, significa accettare di perdersi per cercare di scoprirsi. Si tratta di un cammino iniziatico, di un viaggio simbolico in se stessi.
Lo troviamo in molte cattedrali gotiche, più famoso tra tutti quello della cattedrale di Chartres (nel tempo la placca al centro dei labirinti è andata perduta, ma è documentato che ci fosse raffigurato un cavaliere che sconfigge un minotauro) 
 

E passiamo al TORO, oltre al minotauro, lo troviamo nell’induismo e in Egitto sempre legato a divinità e miti della creazione. 
Come si diceva la storia è scritta dai vincitori e a Creta assistiamo al passaggio dalla cultura matrilineare a quella patriarcale. Con cultura matrilineare si intende una società fiorita fra il 6000 e il 2000 a.C. durato fino all’eta del bronzo avanzata in cui le divinità originarie e prevalenti erano femminili, qualcuno lo definisce il culto della Dea Madre. 

Numerose statuine e reperti archeologici, ritrovati in tutto il mondo, sono testimoni di questa epoca e da Creta provengono raffigurazioni della Grande Dea sottoforma della Dea dei Papaveri, simbolo dell’estasi, dei sogni, della liberazione profonda della psiche o della più nota Dea serpente, enigmatica e significativa raffigurazione di un potere di trasformazione di cui Arianna, la signora del Labirinto ne è una mutazione.
Dovunque vi sia stato sacerdozio femminile, vi è stata una forma di binomio tra la Dea e il Toro. Non si può escludere che nella parola mino-tauro, universalmente assunta come “toro di minosse”, la radice fosse “mene” che vuol dire donna come in “menade” allora sarebbe il “toro delle donne” o la “donna toro” una concezione pericolosissima per la tradizione patriarcale e per questo da occultare.
Allora il mostro non sarebbe più un mostro ma soltanto il centro potente del cuore della donna, il Divino Femminile, che gli uomini hanno lungamente temuto e soppresso.
Questo aspetto riguarderebbe il non-essere, il non-manifesto della donna, della Dea, di Arianna. Il minotauro a questo punto non sarebbe più il fratello di Arianna, ma l’altra sua parte, la parte nascosta, la donna Toro appunto. Nei miti e nei racconti quando sono presenti sorelle e fratelli significa “profondamente uniti”. E se invece fosse Arianna la parte oscura e il Minotauro quella luminosa? La parte non manifesta, perché troppo intensa, della Dea e della Donna? E se non è dato perdersi in un labirinto unicursale, né in entrata né in uscita, come mai il minotauro resta chiuso dentro? Forse non vuole uscire… forse non deve uscire, perché è il CENTRO. 

Il minotauro è un “non essere”, un “non umano” un “non toro”. È il centro del labirinto che fuori dal labirinto sarebbe un “non centro”. Solo se c’è Arianna il minotauro “è”. Non è più importante del labirinto, e non esiste se non c’è un labirinto da percorrere. Come Arianna, dea di ombra e di luce, noi siamo luce nel nostro lato migliore e ombra in tutto ciò che ci è difficile accettare di  noi. Ma questa dualità è solo illusione, poiché è dalla fusione degli opposti che abbiamo l’intero. Il minotauro può essere la parte sommersa della dea Arianna, la parte sommersa di noi.
Quindi nel labirinto può esserci l’incontro con l’ombra ma anche con la luce, la rivelazione, la soluzione. 

E le corna del Toro richiamano anche la mezza Luna, simbolo per eccellenza legato al femminile.

A questo punto della ricerca, parlando del cuore, ho incontrato una altro elemento affascinante, entriamo nel mondo della fisica

Il magnetismo perpetuo che noi produciamo costantemente e che propagandosi dal cuore principalmente si sviluppa a spirali, una che esce dalla fontanella e una dall’osso sacro ricongiungendosi poi in un moto perpetuo. La scienza oggi riconosce tutto questo e il nome che da al fenomeno è TOROIDE. E' ben documentato che il cuore genera il campo magnetico più forte del corpo umano, circa cinquemila volte più intenso di quello del cervello. Quel campo crea una sagoma a forma di ciambella (toroide) che si estende ben oltre il corpo fisico e che è stata rilevata a distanze comprese fra 1,5 e 3 metri circa dal cuore fisico con asse verticale centrato sul cuore.
La sua forma Toroidale, è la forma spesso considerata la più unica e primaria dell’Universo.
campo magnetico terrestre

Nel Toroide, l’energia fluisce da una estremità, circola attorno al centro e fuoriesce dall’altra parte. La si può vedere e misurare negli atomi, nelle cellule, nei semi, nei fiori e nei frutti, negli alberi, negli animali, negli umani, negli uragani, nei pianeti, nelle stelle, nelle galassie e persino nell’intero cosmo. Quante volte noi utilizziamo la parola “magnetismo” riferita a determinate persone? Lo scienziato e filosofo Arthur Youngha afferma che un toroide rappresenta un processo e non solo una forma, ed è“l’unico modello di energia o dinamica che può autosostenersi, ed è fatto della stessa sostanza che lo circonda, come un tornado, un anello di fumo nell’aria o un vortice nell’acqua”. Nella fisica delle particelle, la forma del toroide è nota per fornire un ambiente ideale all’interno del quale accelerare le particelle. Non è un caso che la forma dell’accelleratore di particelle sia toroidale.
Si dice che il campo magnetico della Terra sia collegato a quello del cuore.
Secondo il fisico Daniel Winter, il labirinto è la proiezione simbolica delle spirali Phi che fanno il Toroide. Il Toroide secondo questa fisica eterica, sarebbe il mattone della materia e l’atomo. Il labirinto secondo Winter è una proiezione simbolica dei giri che le spirali Phi della luce fanno nel centrare il nucleo dell’atomo. 

I miei neuroni non arrivano a comprendere la fisica ma a questo punto è evidente la connessione tra il labirinto e il toro/toroide e forse al centro di questo simbolo archetipico si nascondono i misteri della Creazione, la conoscenza sulla struttura della materia, che gli antichi ci hanno lasciato sotto forma di racconto.








*Passiamo al il mito di ARACNE e ATHENA
Aracne è un’esperta filatrice che sfida la Dea Athena nell’arte della tessitura e che tesse un arazzo più bello di quello della Dea. La dea, distrugge l'opera di Aracne e per punirla della sua superbia la trasforma in RAGNO, costretta a filare in eterno la sua tela. 

Il mito di Aracne lega la dea al ragno, che in molte culture è legato ai miti della creazione. 
Il ragno tesse la tela creando un mondo e attende al suo centro lo svolgersi degli eventi. Ogni parte della ragnatela è collegata, ogni elemento della creazione è collegato. Il ragno tira le fila della creazione. Ciò fa ritornare in mente un altro mito, quelle delle Parche che governavano il destino degli uomini. Filavano ed ogni filo corrispondeva la vita di un uomo, ne decidevano lo svolgimento e al momento opportuno recidevano il filo, ovvero ponevano termine alla vita dell'uomo. È evidente che le Parche richiamano il simbolismo del ragno. 

Qual è il legame fra Atena e il ragno? Atena è una dea che protegge le arti femminili regala l'ulivo alla città di Atene e nello stesso tempo è una vergine guerriera. 
dipinto di Chris Rallis

L’ipotesi più probabile è che la figura della dea sia il risultato di una trasformazione, ad opera dei conquistatori greci, di un’antica divinità femminile adorata da una popolazione organizzata in una società di tipo matriarcale. I Greci, avendo una cultura patriarcale, modificheranno la figura della dea che diverrà figlia di Zeus. Il legame con il ragno potrebbe lasciar intendere di essere stata, prima della conquista greca, una dea-madre, quindi generatrice del cosmo. Questo spiegherebbe le varie caratteristiche della dea, un misto di una divinità agricola e feconda e di una divinità guerriera, ma mitigata dalla sapienza. Per i Greci il dio della guerra è Ares, non a caso una divinità maschile, mentre la bellicosità della dea viene temperata dalla sapienza, come si addice a una divinità femminile. 
Aracne e' uno spirito mediterraneo, anch’esso detronizzato durante l’invasione religiosa degli dei olimpici. Di fronte ai nuovi dei, dal volto umanizzato, l’aspetto animale degli antichi apparve improvvisamente mostruoso.
Prevalse il filo del discorso di Athena, cosi' umana e ragionevole, sfilata in diretta dal cranio di Zeus.
Retro del mio lavoro  Aracne - Net ph. Roberto Fasoli


Nell’era moderna di internet (web e net significano “rete”) usiamo infatti connetterci alla rete. Tessere relazioni sul web, mettere un tag “etichetta” come quella che si cuce sull’abito confezionato. E la rete che ci connette tutti in qualsiasi parte del mondo è proprio come la tela del ragno in cui è facile rimanere intrappolati. 














Cercando informazioni su Aracne e il ragno mi sono ricordata di una Donna Ragno nel mito della creazione degli indiani Hopi e guardate un po’ cosa ho trovato:
La dea donna-ragno Dawa, creatrice e tessitrice della vita, rappresenta lo spirito protettore e Madre della creazione. Ha generato l’umanità usando come strumenti l’argilla rossa, bianca, nera e gialla. Una leggenda Hopi narra che la donna ragno ha tessuto la vita con due fili d’argento uno che va da Est a Ovest, l’altro da sud a nord. 
E gironzolando tra le tradizioni Hopi ho trovato anche questo:





















L’uomo nel labirinto tadàààààààn
Lo stesso schema del labirinto greco ma con le linee più nette. 

Per gli Hopi il labirinto viene chiamato “Tàpu’at” cioè “madre e bambino” ed era il simbolo della Madre Terra. La croce centrale direttamente connessa al dedalo, rappresenta il “Padre Sole” donatore di vita, mentre le linee concentriche formano l’intero “Piano Universale” del Creatore che l’uomo deve seguire nella strada della vita. Per gli Amerindi si tratta di un simbolo equivalente all’albero della vita e rappresenta il cordone ombelicale e membrana fetale della madre terra che dà alla luce suo figlio.
 E anche qui troviamo la creazione.

Così dopo la figura principale di Athena dea della tessitura e Aracne, ho cercato se nella cultura Egizia era presente qualche divinità legata alla tessitura ed è venuta fuori NEITH anche nota come Nit NET (guarda un po') o Neit. Dai Greci identificata come... Athena!!! 

Si racconta che Neit abbia avuto una parte essenziale nella creazione del cosmo. Presso il telaio su cui ha steso il cielo, aziona la navetta e tesse il mondo. Ultimata la tessitura del mondo intreccia delle reti. Se ne serve per pescare gli esseri viventi che popolano le acque primigenie: piante, animali uomini e donne. Solo dopo questa operazione Neith inventa il parto e lo sperimenta su di sé per dare vita a Ra, il re degli dei.
Neith compare nella teologia egizia verso la fine del Matriarcato, quando le Divinità femminili
contendono il passo a quelle maschili, che avanzano assai velocemente.
E' l'unica Divinità femminile Creatrice: conosciamo, infatti, come Dei-Creatori, i nomi di Ammon, Aton, Atum... in realtà, è proprio Neith la più antica Divinità della Creazione,
poiché appartiene alla Preistoria e non ancora alla Storia.
Neith è la "Madre delle madri e Padre dei padri" che dà forma e sostanza all'Universo attraverso il potere misterioso delle He-kau, le Parole-Divine. (o il VERBO, nelle più moderne religioni)
E' da sola nel Nun, il Caos Primordiale. Da sola e senza Paredro, (che oggi definiremmo Principe Consorte), nel creare la Vita, perché è "uomo che agisce come donna e donna che agisce come uomo."
Solo in età patriarcale il Dio-Creatore, Atum, sarà un essere bisessuale; Neith, invece, è bisessuale solo nell'atto della Creazione, ma fisicamente è un essere femminile.
Per gli Antichi Egizi gli Dei possedevano corpo e cuore, bocca e occhi...
Proprio dai suoi occhi, mentre era nel fondo del NUN, partì la Luce che si posò sulla prima terra
emersa per dare origine alla Creazione degli uomini e delle cose: atto che fu accompagnato dalle "Parole Creatrici".
Secondo la mitologia egizia, subito dopo la Creazione, assunto l'aspetto di una Vacca, genera Ra (il Sole), che si pone come emblema fra le corna. 

Tra gli aspetti di questa Divinità c'è anche quello industrioso, che la vuole come Colei che insegnò all'uomo l'arte della tessitura.
Più tardi, però, in epoca patriarcale, per non toglierle il suo aspetto di CREATRICE, ma adattarla alle nuove esigenze filosofiche-religiose, le fu imposto di ruolo di VERGINE-MADRE, fecondata dal Dio-Creatore Ptha: non attraverso l'atto sessuale, ma con il
VERBO. (Concetto ripreso più tardi dalla Cristianità).




Ed ecco che anche in Egitto abbiamo una dea della tessitura legata alla creazione e nell’iconografia raffigurata con la testa ornata dalla spola dei tessitori, e identificata successivamente come Hathor divinità dalle corna bovine 

Hathor
























E concludo con un'altra chicca sul campo magnetico:

Tutti gli oggetti magnetici producono delle linee di forza invisibili che si estendono tra i poli dell'oggetto. Un modo semplice per visualizzare questo fenomeno è quello di spargere della limatura di ferro su un foglio e mettervi al di sotto una barra magnetizzata. La limatura si disporrà da sola intorno al magnete lungo le linee di forza del campo magnetico.
In termini semplici, la Terra può essere considerata un dipolo (cioè un magnete con due poli, uno positivo e l'altro negativo). Le linee del campo magnetico si irradiano tra i poli magnetici nord e sud esattamente allo stesso modo in cui si irradiano tra i poli di una barra magnetica. Le particelle cariche rimangono intrappolate in queste linee di forza (proprio come la limatura di ferro) formando la magnetosfera.
Le linee di forza del campo magnetico terrestre però,non sono simmetriche come quelle di una barra magnetica. L'impatto del vento solare provoca la compressione delle linee di forza nella parte rivolta al Sole e l'allungamento di quelle nella parte in ombra, portando in quest'ultimo caso alla formazione della cosiddetta coda magnetica terrestre. La magnetosfera si estende nel vuoto interplanetario da circa 80 a 60.000 chilometri nel lato rivolto alla nostra stella e per oltre 300.000 chilometri in direzione opposta.


















Non sembra forse un… Ragno? …a voi le considerazioni.

Fonti
non ho purtroppo salvato tutte le fonti delle informazioni riportare, se qualcuno si accorge della proprietà di qualche testo che non ho menzionato è pregato di segnalarmelo all'indirizzo mail: magicamari72@yahoo.it


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